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Geologia Ambientale N1/2013 nella Rivista SIGEA un articolo di M. Bastiani

pubblicato il 10 giugno 2013
da: Virna Venerucci
e-mail: v.venerucci@ecoazioni.it

Affinché l’Italia smetta di franare quando piove”: i Contratti di Fiume per uscire dalla cultura del rischio e dell’emergenza...

La crisi globale e sistemica alla quale ci troviamo davanti, è profondamente connessa alla debolezza del nostro modello di sviluppo. Quello che appare altrettanto evidente è lo stato in cui versa il nostro territorio ed i fiumi in particolare. Degrado dei suoli, abbandono del territorio, occupazione dello spazio e realizzazione di opere che rendono l’ambiente incapace di equilibrare i fenomeni meteorologici, cementificazione degli alvei dei fiumi, costruzione nelle aree golenali, esodo dalle montagne, abbandono delle tecniche tradizionali di gestione dei boschi, dei suoli e dei fiumi sono solo alcuni esempi che testimoniano l’incapacità delle politiche per la difesa del suolo in buona parte d’Italia. E’ in questo contesto, non di certo ottimale, che i Cambiamenti Climatici sono destinati a indurre, ulteriori e profonde variazioni alle precipitazioni e scorrimento delle acque, rischi di inondazioni e erosioni costiere, qualità delle acque, distribuzione di specie ed ecosistemi, in termini stagionali ed annuali.” Considerato che “…questi cambiamenti si apprestano divenire particolarmente significativi nella seconda metà di questo secolo.”
Si tratta appunto di una crisi sistemica, di cui ormai tutti parlano, ma anche di un fenomeno ampliamente prevedibile e le cui radici vanno ricercate nella storia/cronaca dei nostri territori.
Già nei primi anni ’70 un fine giornalista ambientale come Antonio Cederna si interrogava sul perché “l’Italia frana e si sbriciola non appena piove per due giorni di fila” richiamando, ora ed allora, la nostra attenzione su problematiche sistematicamente sottovalutate se non ignorate dalla politica italiana: la difesa dell’ambiente, la sicurezza del suolo e la pianificazione urbanistica.....


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